VERONA,  FERRARA,  28-29 GENNAIO 2014  •  UN INCONTRO, UN CONCERTO, UN LIBRO, UN FILM PER IL “GIORNO DELLA MEMORIA”

FOTO CHRISTIAN GRAPPIOLO

ESTHER BÉJARANO E GIANNI COSCIA

CONCERTO PER IL “GIORNO DELLA MEMORIA”

ESTHER BÉJARANO (voce) GIANNI COSCIA (fisarmonica) JORAM BÉJARANO (chitarra e basso)

IN PROGRAMMA:

 

NJE BUDITSCHE (Non mi svegliate), canto in lingua romanes nato fra i Sinti e i Rom di Auschwitz-Birkenau: «Non mi svegliate / non voglio capire il mondo / non voglio vedere i tormenti del mio popolo. / Ragazza, mia amata pensa solo ai bei tempi e non guardare come veniamo trattati. / È finita la gioia, sono spenti i falò / pensa alla dignità che ci è stata data. / Per noi è rimasta solo la notte / il giorno solo più in sogno».

 

ZOG NIT KEYN MOL (Non dire a nessuno), canto in yiddish composto da Hirsch Glink, morto a 23 anni nella lotta contro l’occupazione nazista della Lituania: «Non dire mai che è il tuo ultimo cammino / quando il temporale spazza via anche il blu del cielo. / L’ora agognata sta arrivando, è già vicina / i nostri passi saranno minacciosi: siam qua! / Dalla terra verde delle palme alla terra innevata /arriviamo con la nostra pena, con il nostro dolore. / E dove cade una goccia del nostro sangue / sgorgano per noi nuova forza e nuovo coraggio. / Il canto lo scriviamo non con l’inchiostro ma con il sangue. / Non è il canto di un uccello gaio e libero. Un popolo si è eretto fra fumo e fuoco. / Ha cantato la canzone con le armi in pugno. / Per questo non dire mai che stai percorrendo l’ultimo cammino…».

 

MIR LEBN EJBIG (Siam vivi nonostante tutto), canto in yiddish della Resistenza nel ghetto di Vilnus: «Siam vivi nonostante tutto / Sta bruciando anche il mondo. / Siam vivi nonostante tutto. / Senza un soldo. / E nonostante tutti i nemici, / ai quali rode la nostra vita, / che ci vogliono infamare / sul nostro viso. / Siam vivi nonostante tutto. / In ogni ora / vivremo e sperimenteremo / a tempi difficili sopravviveremo. / Siam vivi nonostante tutto. / Siam qua!».

 

KRASNY SOLDATKI La melodia di questa canzone è quella de Il fazzoletto azzurro, canzone d’amore e di guerra molto popolare già nell’Unione Sovietica. Il testo della canzone presentata da Esther Béjarano è stato riscritto dalle sue compagne di prigionia ucraine nel campo di Ravensbrück. Il fazzoletto è diventato rosso e lo indossa il soldato dell’Armata rossa che combatte contro i nazisti.

 

Concluderà il concerto un omaggio musicale di Gianni Coscia con brani scelti dal suo repertorio.

ESTHER BÉJARANO

Nata in Germania, nella Saarland, in una famiglia di musicisti di origine ebraica. I suoi genitori e una sorella verranno uccisi dai nazisti. Deportata ad Auschwitz è messa a suonare nell’orchestra femminile del Lager. Trasferita al campo di Ravensbrück viene impiegata nella manovalanza coatta alla Siemens. Dopo la Liberazione emigra in Palestina. In Israele lavora come cantante e insegnante di musica. Nel 1960 decide di tornare in Germania con il marito Nissim e con i figli Edna e Joram. Ad Amburgo insieme ad altri ex perseguitati fonda l’Auschwitz Komitee Deutschland. Tutt’ora attiva come cantante con il gruppo Coincidence, creato dalla figlia Edna nel 1988, e più recentemente anche con il gruppo rap Microphone Mafia, il suo repertorio spazia da Brecht a Theodorakis, dai testi contemporanei di denuncia sociale ai canti yiddish tradizionali e della Resistenza. Così Esther porta presso i più giovani la sua testimonianza di artista e di sopravvissuta, cantando per la pace, la libertà e l’eguaglianza.

 

GIANNI COSCIA

Nato ad Alessandria, è conosciuto in tutto il mondo come “jazz accordionist”. Laureato in giurisprudenza, ha sempre svolto l’attività di musicista. Nel 1993 ha collaborato con Luciano Berio alla scrittura della musica per uno spettacolo contro l’antisemitismo. Ha inciso numerosi album e cd, i più recenti in duo insieme al clarinettista Gianluigi Trovesi, un omaggio alla musica di Offenbach (2011) e di Weill (2005). Il cd In cerca di cibo (2000) riprende le musiche del compositore Fiorenzo Carpi, che i meno giovani associano al Pinocchio di Comencini. Coscia insieme a Trovesi reinterpreta la musica classica, il jazz così come la musica popolare; come ne ha scritto Umberto Eco: «un modo di rendere popolare la musica colta e colta la musica popolare».

VERONA, FERRARA,  28-29 GENNAIO 2014

UN INCONTRO, UN CONCERTO, UN LIBRO, UN FILM PER IL “GIORNO DELLA MEMORIA”

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