Gian Renzo Morteo

L’orma del demiurgo

“Il testo teatrale e le origini della regia” e “Idea della regia teatrale in Italia”
A cura di: Chiara Alpestre e Anna Peyron. Con interventi di: Alfonso Cipolla, Leonardo Mancini, Giuseppe Noto, Gaetano Oliva, Armando Petrini
Edizioni SEB27 / Linea Teatrale -
18
ISSN2785-6372
ISBN978-88-98670-94-9
Pagine: 304
Formato: 14x21
Anno: 2025

18,00 

Di prossima pubblicazione

Descrizione

PREVISTO PER FEBBRAIO 2025

Le ipotesi alla base delle lezioni di Gian Renzo Morteo, che fin dagli inizi degli anni Settanta hanno suscitato presso gli studenti un vivo interesse, si connotano per la loro originalità. Il mondo teatrale viene esplorato “a tutto tondo” allontanandosi definitivamente dal punto di vista dell’esclusiva attenzione per il testo e accostandosi al teatro come a un fenomeno complesso composto da molteplici elementi strutturali, destinato a esistere solo in un determinato momento e in un determinato luogo, quello del suo farsi. Un teatro vivo, che non esiste in quanto prodotto finito, ma per il quale il momento della produzione e del consumo coincidono. Sempre all’interno di questo modello teorico, i due testi che qui presentiamo, nati al tempo come dispense universitarie, ci offrono una chiave di lettura dell’insieme delle intuizioni, delle discussioni e delle proposte che hanno portato alla comparsa della regia teatrale in Italia. L’analisi è poi accompagnata da un’esaustiva antologia storica che restituisce direttamente la voce degli ispiratori e dei protagonisti di quella particolare stagione culturale della prima metà del Novecento.

GIAN RENZO MORTEO [Genova 1924 – Torino 1989]. Teorico e storico del teatro particolarmente attento alla “molteplicità” e “labilità” del fenomeno teatrale in senso più ampio. È stato docente all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, alla facoltà di Magistero e a quella di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino. Ha ricoperto diversi incarichi presso il Teatro Stabile di Torino, tra cui membro della “direzione collegiale” 1968/70 e direttore del Centro Studi. Ha svolto un’intensa attività di traduttore, trai i molti autori da lui tradotti: Georges Ribemont-Dessaignes, Arthur Adamov, Eugéne Ionesco, Jean Tardieu. Ha collaborato con riviste, case editrici e ha inoltre fondato e diretto il periodico “Linea Teatrale”. Tra le sue drammaturgie ricordiamo: Sordoliberatutti (Compagnia dei Burattini di Torino, Teatro dell’Angolo, 1974); La Porta, azione in due tempi danzata e mimata(Compagnia di danza contemporanea Bella Hutter, 1976); Abiti negri e altre colombe (Teatro dell’Angolo, Compagnia Bella Hutter, 1978); Tiocolck computer folk (Assemblea Teatro, 1985). Autore di numerosi articoli, prefazioni e saggi, tra i suoi volumi si ricordano: Il teatro popolare in Francia (da Gémier a Vilar)(1960); L’animazione come propedeutica al teatro (1977); Spettacolo e spettacolarità tra Langhe e Roeri(1981). Il suo saggio più noto, Ipotesi sulla nozione di teatro (1972-77), è stato ripubblicato da Edizioni Seb27 nel 2019 con una prefazione di Giovanni Moretti e l’appendice Quattro lezioni del 1982.