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I fili della memoria

Percorsi per una storia delle marionette in Piemonte
A cura di Alfonso Cipolla e Giovanni Moretti. Contributi di Roberto Leydi, Luciano Tamburini, Mercedes Viale Ferrero, Pietro Porta.
Edizioni SEB27 / L'Atalante -
5
ISBN88-86618-23-9
Pagine: 144
Formato: 22x22
Anno: 2001

15,50 

Descrizione

Il teatro con marionette è un enorme patrimonio culturale quasi interamente da scoprire. Oggi si pensa alle marionette come a un intrattenimento un po’ nostalgico per bambini, ma storicamente non era così. Almeno dalla seconda metà del Settecento il teatro con le marionette e i burattini era la forma di spettacolo più diffusa, capace di parlare direttamente sia ai salotti aristocratici e sia alle piazze dei mercati. La sua fortuna nasceva dal fatto che era fortemente radicato al quotidiano e al territorio: il repertorio era immenso perché attingeva non solo ad altre forme di teatro popolare, ma anche alle tragedie e commedie di autori noti e di successo, nonché al melodramma e alle azioni coreografiche. Gli spettacoli creati dai marionettisti si arricchivano di sera in sera di varianti, per commentare o illustrare i fatti di cronaca e i grandi avvenimenti della Storia. Tutto il Risorgimento, ad esempio, passa sulle tavole dei “teatrini”. A fronte di un fenomeno di così vaste dimensioni sociali, gli studi sull’argomento sono limitatissimi e circoscritti ad alcune singole realtà. L’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare – recentemente costituitosi per valorizzare e tutelare questo patrimonio teatrale, storico e etnografico – ha avviato una serie di ricerche volte a colmare questo vuoto, rivelando il Piemonte come una delle aree geografiche più ricche e significative per il fenomeno. Pochi erano gli studi che potevano aiutare le nostre indagini; pochissimi quelli di carattere scientifico. Due dobbiamo segnalarne perché sono strumento indispensabile per gli studiosi: Burattini e marionette in Italia dal Cinquecento ai giorni nostri, a cura di Maria Signorelli (Palombi, Roma 1980) e Burattini Marionette e Pupi, (Milano, Silvana editoriale, 1980): si tratta dei cataloghi di due grandi mostre ricognitive sulla tradizione italiana che facevano presagire un fiorire di saggistica sull’argomento, ma non è stato così, salvo poche e circoscritte eccezioni che potevano principalmente contare su una solida tradizione di studi folclorici Sul marionettismo piemontese esisteva ben poco; le recenti ricerche riguardano infatti solo alcune regioni, prima fra tutte la Sicilia per l’Opera dei pupi. L’esposizione e il catalogo che l’accompagna vogliono essere un primo passo, un discorso d’apertura verso un fenomeno dalle vastissime proporzioni, caratterizzato, in tutta la regione piemontese, dall’attività di molte famiglie marionettistiche locali e dalla creazione di maschere originali: Gironi, Gerolamo, Gianduja, Famiola. Alcune famiglie emigrano e trovano fortuna altrove è il caso, ad esempio, del torinese Giuseppe Fiando che nei primi dell’Ottocento apre a Milano un teatro che diventerà così famoso da essere citato in tutte le guide, italiane e francesi, diventando una tappa d’obbligo per i viaggiatori del tempo, tra cui i fratelli Goncourt e Gustave Flaubert. Abbiamo ora la fortuna di pubblicare quattro importanti contributi di illustri studiosi, che illuminano il futuro lavoro dell’Istituto. Ringraziamo gli autori: Roberto Leydi, Luciano Tamburini, Mercedes Viale Ferrero e Pietro Porta. Qualche risultato il nostro lavoro ha pure ottenuto: una serie di notizie per nulla trascurabili sulle compagnie e sui singoli artisti, la scoperta della loro attività in diversi centri del Piemonte, anche in piccole realtà di provincia, il curiosissimo intreccio delle famiglie e dei repertori, l’articolata conoscenza di nomi nuovi e, fra quelli noti, di personaggi come Sales, conosciutissimo soltanto perché è il favoleggiato creatore di Gianduja. Arricchita di molto risulta altresì la vicenda del teatro di figura negli ultimi quattro decenni del Settecento; di quel periodo abbiamo potuto rivelare altri nomi di artisti sconosciuti, ma soprattutto abbiamo potuto accertare che il teatro di figura era già popolarissimo. Il Comune di Rivoli ha offerto all’Istituto l’opportunità di allestire una mostra che illustri d’entità dello spettacolo marionettistico in Piemonte. È nata così la mostra I fili della memoria, un’esposizione con caratteri non solo di scientificità, ma anche di fascinazione, tramite un allestimento, il più possibile evocativo, per restituire l’atmosfera dello spettacolo con marionette, proiettando il visitatore in una dimensione fortemente teatrale. Non a caso l’allestimento è stato affidato a Claudio Cinelli, tra i maggiori artisti internazionali dell’odierno teatro di figura. In mostra sono esposti marionette, fondali, costumi, attrezzeria, documenti appartenuti alla compagnie di Giuseppe Fiando, di Sales e Bellone, delle famiglie Lupi, Colla, Monticelli, Rizzi, Rame, Ajmino, Pallavicini, Marengo, Burzio, Gambarutti, Concordia… A queste realtà professionali si aggiungono due esperienze d’eccezione, una di natura letteraria e l’altra artistica, ovvero il Teatro delle Piccole Maschere dello scrittore Umberto Gozzano, e la raffinatissima reinvenzione in chiave simbolista dello spettacolo per marionette dello scultore Felice Tosalli.