Camilla e Dario
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Descrizione
Dalle vicende personali all’incontro con la Politica, le biografie di Maria Rovano, “Camilla”, e Danilo Giorsetti, “Dario”, sottolineano l’importanza delle reti di relazioni sociali nella costruzione di legami profondi, solidi e duraturi nel tempo, e tali da prefigurare vere e proprie piccole comunità animate più che dalla militanza di partito da un’antropologia antifascista nutritasi di legami familiari, parentali, amicali, di gruppo. In questo scenario una piccola folla di cospiratori clandestini, resistenti e militanti comunisti arrivò all’anno delle docce fredde delle coscienze, come Calvino definì il 1956. Il XX Congresso del Pcus, i fatti di Poznan, l’invasione dell’Ungheria, da parte dei carri armati sovietici, furono eventi che li indussero ad abbandonare il Pci, che in quell’occasione sembrava incarnare tutto ciò che prima avevano combattuto nel fascismo: l’arroganza del potere, il conformismo gregario, l’acritico rispetto delle gerarchie, l’intimidazione e la negazione del dissenso. Le vite di Camilla e Dario si snodarono interamente tra l’acquisizione di una coscienza antifascista, l’adesione senza riserve alla lotta partigiana e quella al partito comunista. Su queste basi la loro esistenza fu segnata in maniera conclusiva da un “prima”, i venti mesi della Resistenza, e un “dopo”, l’uscita dal Partito comunista, in seguito all’entrata dei carri armati sovietici a Budapest, nel 1956.
VINCENZO SANTANGELO si è laureato in storia dei movimenti e dei partiti politici all’Università di Torino. Da anni collabora con l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, e si occupa di storia politica e sociale del Novecento. Oltre ad alcuni saggi sul Partito comunista torinese e sulla sociabilità ha pubblicato i volumi: Le muse del popolo. Storia dell’Arci a Torino 1957-1967, Franco Angeli, 2007; Amedeo Ugolini. Un mite comunista, Edizioni Seb27, 2024.
[Volume inserito nella serie “Segni-parole-voci” a cura di ISTORETO]