Teatro da tavolo
16,00 €
Descrizione
Claudio Montagna è un sottile fascinatore. Il teatro è una sua intima vocazione, che sa cogliere e animare di là da ogni ufficialità e luogo deputato. È sapienza calibratissima la sua, che sceglie di rinunciare scientemente a ogni spettacolarità dichiarata per puntare a una narrazione così apparentemente piana e confidenziale da diventare magnetica e avvolgente. Un teatro il suo capace di trasportare, di trasfigurare, facendosi autentica pedagogia, educazione all’esistenza oltre ogni didattica. È in tal modo che un semplice tavolo può trasformarsi in un intero palcoscenico, dove accogliere e offrire storie intrise d’un ethos profondo, ma che sanno nel contempo farsi carezza e suscitare il piacere del condividere e del lasciare pensieri per accendere nuovi pensieri. Le sei narrazioni contenute nel volume sono accompagnate da riflessioni di spettatori d’eccellenza invitati ad assistere agli spettacoli: un criminologo, un teologo, un critico e un teorico del teatro. Sguardi differenti a cogliere le più diverse suggestioni d’un gioco che vuol essere scoperta dell’Oltre.
CLAUDIO MONTAGNA. Nel 1971 ha fondato con Giovanni Moretti il Teatro dell’Angolo, che presto è diventato una delle più attive compagnie italiane di teatro per ragazzi. Da allora fino al 1983, oltre le numerose regie di gruppo, ha partecipato come attore a centinaia di repliche di spettacoli. In seguito, per dedicarsi a rinsaldare con ricerche, esperimenti e iniziative la sua vocazione di animatore teatrale ha preferito occuparsi di teatro non professionale e “del teatro di chi non ci va”, per rintracciare tra la gente, adulti, bambini e adolescenti, anziani, tossicodipendenti, malati, detenuti, un teatro originario, spontaneo e sincero, una verginità teatrale alla quale offrire tecniche e strumenti utili a rafforzarsi e a mostrarsi in pubblico. A diventare cioè evento artistico che le comunità sappiano offrire a se stesse. Con queste finalità è stato consulente del Comune di Torino durante l’ultimo quarto del secolo scorso e si è occupato assiduamente, da trent’anni a questa parte, di teatro in carcere con i detenuti. Ha fondato il gruppo teatrale chiamato CAST, poi trasformatosi in TS, Teatro e Società, del quale è attualmente direttore artistico. Nel 2020 è nato il suo Teatro da tavolo, che probabilmente riassume in sé tutti i fondamenti del teatro in cui crede.